martedì 3 marzo 2009

Fumo di China


Ciao a tutti… aspettando FactorY Libro Secondo, vi riporto la recensione del nostro sull'ultimo numero di Fumo di China, ad opera di Nicola Peruzzi (ma sei Luther sul forum di Comicus?) che ringraziamo…
Michele

Fumo di China
febbraio 2009

FactorY, nuovo lavoro di Gianluca Morozzi e Michele Pe­trucci dopo Il Vangelo del Coyote, è un prodotto decisamente particolare e piuttosto atipico, per quan­to riguarda il panorama fumettistico nostrano. La sua pubblicazione è, a tutti gli effetti, un esperimento editoriale: Fernandel è in­fatti un editore di varia, un mercato non troppo battuto fino a oggi dai fumettisti. La pubblicazione, a detta degli stessi autori, dovreb­be avvenire in tre volumi pubblicati a cadenza qua­drimestrale. C'è da dire che la lunga attesa tra un volu­me e l'altro, principalmente a causa della struttura della serie (come avremo modo di vedere in seguito), fa un po' spavento. D'altro canto, il fatto che - per dirla ancora con i creatori - due volumi su tre siano già pronti ren­de assolutamente fiduciosi riguardo la puntualità delle uscite.
FactorY, si diceva, è un fu­metto atipico: prendendo a prestito il ritmo e la struttura delle serie televisive (pratica oramai consolidata da tem­po nel fumetto americano e in parte anche in quello italiano), gioca con il letto­re in un continuo rilancio di situazioni gore, mistery e da dark comedy.
Il pitch è tanto semplice quanto efficace: alcune per­sone che apparentemente non hanno legami tra loro si risvegliano all'interno di una struttura inaccessibile e impervia. È un espediente semplice, utilizzato spes­sissimo in letteratura (Die­ci piccoli indiani di Agatha Christie, Labirinto di morte di Philip K. Dick, eccetera), nel cinema e nella televi­sione (Cube di Vincenzo Natali, Saw - L'enigmista di James Wan e, ultimo ma non ultimo, il celeberrimo serial Lost), che permette di esplorare le relazioni inter­personali tra i personaggi e crea possibilità narrative, se ben utilizzato, virtualmente infinite.
La caratteristica saliente di questo primo volume, a li­vello meramente narrativo, è il ritmo sfrenato. Le 160 pagine scorrono che è un piacere, tra personaggi dal­le psicologie quanto meno bizzarre, relitti umani e uma­noidi, morti cruente e tanta, tantissima violenza gratuita. Il tutto però viene fatto in maniera molto più sottile e intelligente di quanto possa apparire da una descrizione così sommaria: un plauso va fatto senza alcun dubbio ai due autori (Petrucci e Mo­rozzi hanno lavorato sulla trama a quattro mani), che si trovano perfettamente a proprio agio nel tratteggiare una serie in bilico costante tra l'iperrealistico e il surre­ale e che cercano di portare agli estremi la struttura nar­rativa partendo da un'idea, tutto sommato, abbastanza facile.
Un altro plauso va fatto all'arte di Michele Petrucci, minuziosa, disturbante al punto giusto, che ha la sua forza nell'inquadratura: al­cune sequenze sono asso­lutamente eccezionali, per come vengono raccontate visivamente. Molto bella anche l'architettura della fabbrica; sporca e verosimile al punto giusto. La fabbrica vive e "respira" come gli altri personaggi in carne e ossa, tanto che pare essere lei la vera protagonista della vi­cenda raccontata. Ma si può parlare solo per supposizio­ni: in questo primo volume ci vengono dati solo degli input, le chiavi di lettura per decodificare e comprendere al meglio la storia verranno in seguito.
Unico cruccio, quindi, la periodicità. Una serie così veloce e frenetica, che pun­ta moltissimo sul rilancio di situazioni sempre più forti e "cattive", deve poter contare anche su tempi di pubblica­zione relativamente brevi, pena il calo della suspance. Limitatamente a questo pri­mo volume, quindi, FactorY appare solido e accattivan­te, e lascia sperare benissi­mo per le future uscite.
Nicola Peruzzi

4 commenti:

Nicola Peruzzi ha detto...

Michele, leggo solo adesso il post e ti ringrazio per la citazione della recensione. :)

Sì, effettivamente sono Luther di Comicus. :)

Ci vediamo nel weekend a Terni, così ci facciamo due chiacchiere faccia a faccia che fa sempre piacere.

Ciao!

michele petrucci ha detto...

Ah… allora ho visto bene…
A Terni avremo certamente il tempo per due chiacchiere… volevo chiederti diverse cose… tipo che fine ha fatto decode. ;)
michele

Nicola Peruzzi ha detto...

Non siamo morti né spariti, anzi! ;)

Ma per maggiori dettagli, naturalmente, se ne riparla a Terni. :)

Tu quando arrivi? Io sarò lì già da venerdì.

Nik

michele petrucci ha detto...

Arriverò sabato mattina e ripartirò domenica pomeriggio…
Michele