lunedì 16 febbraio 2009

Repubblica


Oggi vi vogliamo segnalare una recensione al nostro, uscita su Repubblica qualche giorno fa.
Un ringraziamento a Alberto Sebastiani.
Michele

"Gianluca Morozzi non è nuovo al fumetto. Lettore di comics fin da bambino, come autore ha sempre fatto uso del repertorio di storie, personaggi, ambientazioni, situazioni, che queste letture gli hanno dato. Nei suoi testi ci sono rimandi e citazioni al mondo dei balloon, ai supereroi e non solo. Ci sono addirittura suoi racconti che hanno come protagonisti dei personaggi fumettistici, e il suo prossimo romanzo, in uscita a gennaio per Guanda, Colui che gli dèi vogliono distruggere, parlerà addirittura di un supereroe che vive a Bologna. Senza contare che ha al suo attivo due graphic novel: Pandemonio, con i disegni di Squaz, e Il vangelo del coyote, con Giuseppe Camuncoli e Michele Petrucci. Con quest'ultimo, marchigiano, Morozzi firma la sua nuova incursione tra le nuvolette: FactorY. Libro primo (Fernandel). Non un romanzo a fumetti, ma una serie, una storia che si svilupperà in volumi a cadenza quadrimestrale.
Un gruppo di persone che non si conoscono si risveglia rinchiuso in uno stabile abbandonato, forse una fabbrica, e nessuno sa perché. Le persone si incontrano a poco a poco e iniziano a conoscersi, ad aiutarsi, ma come fidarsi l'uno dell'altro? Come uscire da questa trappola? Come ci sono finiti? Chi è il carceriere? Il lettore scopre il passato di queste figure, il loro aggirarsi come topi in trappola, in un laboratorio, nei saloni dello stabile che rivela stanze nascoste, e altri ospiti, anche mostruosi. Qualcuno del gruppo muore, un altro si rivela poco affidabile, se non pericoloso. I colpi di scena sono continui, i flash back moltiplicano le informazioni, aprono digressioni, nuove narrazioni che rallentano la storia principale, dilatando i tempi, ma che aggiungono spessore ai personaggi e mistero alla situazione. Come nella migliore tradizione del feuilleton.
Non è un caso, quindi, che la situazione riecheggi "Lost", la serie televisiva, feuilleton per eccellenza degli ultimi tempi. Nelle tavole di Petrucci, poi, si contano molti altri riferimenti, anche a Il vangelo del coyote. Citazioni e rivisitazioni pop, dall'arte alla televisione, dal cinema alla letteratura. Il tutto rielaborato in una narrazione avvincente, dal ritmo incalzante, sia grazie alla scrittura di Morozzi, costruita per immagini e battute essenziali, sia dalla sapiente matita di Petrucci, che dissemina le tavole di indizi o situazioni da chiarire. Come per uno dei protagonisti, che dice di essere cresciuto in una "lurida stanzetta" con sette fratelli. Ma nella vignetta sono solo sei. E il significato della "Y" nel titolo è tutta da svelare.
Alberto Sebastiani"

2 commenti:

Anonimo ha detto...

I fratelli sono 6 perche' la vignetta e' in soggettiva!
Mauro.

michele petrucci ha detto...

Appunto… se è in soggettiva (ed è lui che guarda la scena) comunque dovrebbe avere sette fratelli e non i sei che si vedono. C'è davvero un ulteriore mistero oppure è solo un particolare ininfluente? Chissà.
Cmq mi fa piacere che i nostri lettori siano non solo molto attenti ma anche ricettivi in termini di interrogativi irrisolti…
Michele